Il genosociogramma è lo strumento principale della psicogenealogia di Anne Ancelin Schützenberger ed è un albero genealogico speciale che ripercorre la storia familiare di un individuo ed evidenzia molte informazioni in più, oltre a date e luoghi di nascita e di morte delle persone appartenenti alle genie.
In questo grafico vengono trascritti, con colori diversi, i fatti accaduti (nascite, matrimoni, separazioni, malattie e morti, fallimenti economici, guerre e altro), le vicende tragiche o quelle felici, il tipo di relazione che tiene insieme i vari membri e si elaborano contestualmente i vissuti dello scrivente.
Ciò che ci sorprende guardando alle nostre radici, ciò che procura uno shock abreativo direbbe Anne, è ciò che apre al cambiamento.
Differenza tra Genogramma e Genosociogramma:
Le origini del genogramma sono lontane nel tempo ed è forte il legame con l’albero genealogico. L'albero rappresenta simbolicamente l'evolversi di una famiglia nel tempo, il legame con gli antenati (le radici) e con i discendenti (i germogli). Il concetto di appartenenza è a fondamento di questa strumento e si prendono in considerazione i legami di sangue e i membri “acquisiti”.
L’approccio sistemico relazionale, gli studiosi della scuola di Palo Alto come per esempio Bateson o Bowen, hanno messo a punto un grafico chiamato genogramma, dove si trascrivono attraverso dei segni i fatti accaduti su tre generazioni (nonni-genitori-figli). Vittorio Cigoli, per citare un autore italiano, definisce il genogramma come “una forma di albero genealogico che registra informazioni sui membri di una famiglia e sulle loro relazioni nel corso di almeno tre generazioni. Il genogramma mette in evidenza graficamente le informazioni della famiglia, in modo da offrire una rapida visione d’insieme dei complessi patterns familiari”.
Il Genosociogramma, essendo la Schützenberger allieva di Jacob Moreno e studiosa dell’Atomo Sociale e dello Psicodramma, si colora di variabili socioculturali, storiche e geografiche dell’ambiente in cui l’individuo è cresciuto e trasforma uno strumento psicologico e sistemico in un “teatro psichico popolato di fantasmi”, che si regge su fatti realmente accaduti e ne recupera l’intensità nel vissuto del cliente. La forza della consapevolezza diviene, poi, la possibilità di elaborare e ritrovare la volontà di cambiare ciò che non piace: la libertà si materializza nella scelta.
Durata
La prof. Schutzenberger suggeriva di prendersi un tempo di almeno tre, quattro ore per la stesura di un genosociogramma; consigliava, inoltre, di scegliere un foglio grande di cartoncino bello e resistente, per conservare il genosociogramma ed eventualmente arricchirlo d'informazioni strada facendo. Rinarrare le storie familiari, rivivere momenti topici della vita nostra, empatizzare con i vissuti drammatici dei nostri antenati può provocare il risveglio di emozioni forti. Perciò e opportuno creare un ambiente accogliente e dedicare un ascolto attento e pulito ai consultanti. Ritualizzare il lavoro in uno spazio sacro e protetto è sempre una buona pratica.
La Scuola Internazionale di Psicogenealogia e Terapia Transgenerazionale ha preso in considerazione l'utilizzo di questo strumento in maniera più dinamica rispetto alla Mentore, restando aperta all'evoluzione psicosociale e delle neuroscienze, pur facendo attenzione a non snaturare le linee guida dell'ideatrice. Inoltre, non si può mai prescindere dal bisogno del paziente e dall'obiettivo del momento terapuetico e, sebbene i fatti accaduti nel sistema familiare restino gli stessi, la narrazione può variare da persona a persona o può acquisire, nel tempo, dettagli che ne variano la trama emotiva. Infine, il genosociogramma è un ottimo facilitatore di intuizioni rispetto alle storie familiari, attraverso cui sciogliere "gli obblighi d'amore inconsci" per divenire protagonisti della propria vita.
Come diceva Anne, "take your time", e noi aggiungiamo, ma impegnatevi per la vostra serenità.